Il pensiero di utilizzare le erbe e le piante a scopo terapeutico nasce, si può dire, con l’uomo stesso.“Il Signore fa produrre i rimedi dalla terra, l’uomo assennato non li disprezza” (Eccl. 38, 4). Prima ancora che la Sacra Scrittura ne facesse menzione, le più antiche civiltà conoscevano già le proprietà curative delle piante. Tutte le popolazioni, in tutti continenti, si sono dedicate alla coltura di piante e ortaggi, oltre che per scopi alimentari, anche per sperimentare le loro proprietà terapeutiche. Si usava l’oppio, ricavato dal papavero, già quattromila anni prima che se ne estraesse la morfina! Nei papiri egiziani scoperti da Gerg Ebers nel 1873, si trovano dei veri e propri trattati sulla preparazione dei rimedi per tutte le parti del corpo. Due delle ricette contenute in quei famosi papiri risalgono a ben ventiquattro secoli prima della nascita di Cristo, al tempo della VI din astia. Gli antichi Egizi conoscevano e utilizzavano le proprietà terapeutiche di molte piante, tra cui il ginepro, il melograno, il seme di lino, il finocchio, il cardamomo, il cumino, l’aglio, il giglio e il ricino; utilizzavano il papavero per la preparazione dei rimedi “contro le crisi che si prolungano in modo abnorme”.
Le conoscenze mediche dall’antico Egitto si diffusero in Mesopotamia. I medici babilonesi utilizzavano a scopi medicinali le proprietà di molte piante, fra cui la belladonna, che usavano contro gli spasmi, la tosse e l’asma. La canapa indiana era somministrata per lenire i dolori e prescritta contro la bronchite, i reumatismi e l’insonnia. Ma è soprattutto nella civiltà greco-romana che abbiamo il massimo sviluppo e conoscenza della scienza fitoterapica. Il grande filosofo Aristotele parlò e si interessò anche di botanica e di scienze naturali. Ippocrate, considerato il padre della medicina, raccolse e compendiò nel suo Corpus Hippocraticum tutto lo scibile medico dell’epoca, prescrivendo per ogni malattia il rispettivo rimedio vegetale e l’opportuna terapia. Catone il Vecchio, nel II secolo a.C., nel De re rustica, elenca più di centoventi piante medicinali. Dioscoride invece, all’inizio dell’era cristiana, ne elencò più di cinquecento. Il greco Galeno, la cui influenza in campo medico è paragonabile a quella di Ippocrate, fondò la cosiddetta scuola galenica, dove si distingue fra l’uso delle piante spontanee essiccate e i preparati galenici, per i quali si usano solventi, come alcool, acqua, aceto, per concentrare i principi attivi e preparare impiastri, unguenti ed altri composti curativi….
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