LAVORI
Biblioteca Comunale E. Rogadeo di Bitonto. Restauro dei documenti dei notai Giovanni Berardino de Helia e Angelantonio Morea

Il primo manoscritto, Frammenti di scrittura del notaio Giovan Bernardino Helia (320X230X10), è datato al 1578.

Le ventisette carte dei Frammenti costituivano due fascicoli ed erano legate con tre fettucce di lino e indorsate con una banda di carta riciclata ed una di canapa. La coperta era in mezza pelle di colore marrone e quadranti in cartone grigio accoppiato rivestiti con carte marmor. Sul dorso era visibile il titolo del documento impresso in oro. Le carte di guardia, una anteriore e una posteriore, erano coeve al documento; le altre due erano invece di tipo moderno, e furono applicate, presumibilmente, insieme alla legatura.

Il documento notarile era in pessimo stato di conservazione per via dei danni causati principalmente dall’elevata umidità degli ambienti in cui era conservato, che, penetrando fra le fibre delle carte, ha causato rigonfiamenti, rotture dei legami della catena cellulosica e la formazione di evidenti gore. Le carte, in seguito all’evaporazione dell’acqua, risultavano compattate, prive di elasticità ed estremamente fragili. I danni causati dagli agenti microbici nel documento sono essenzialmente riconducibili ai seguenti tipi:

a)                 alterazioni cromatiche;

b)                 alterazioni strumentali del componente di base dei materiali;

Le alterazioni cromatiche, provocate dai pigmenti batterici e fungini, si presentavano prevalentemente di colore violaceo e bruno.

Le alterazioni strutturali, che si verificano generalmente negli stadi più avanzati dell’infezione, sono stati causate dagli enzimi e si sono manifestate con la fragilità del supporto e con la distruzione di alcune sue parti. Numerose carte avevano ormai assunto un aspetto feltroso e tendevano a sbriciolarsi.

L’umidità ha arrecato danni anche agli inchiostri del documento rendendoli evanescenti in alcune carte. A causa dello stato conservazione del documento che ne rendeva impossibile la manipolazione e la consultazione, nella seconda metà del XX secolo, furono applicate delle strisce di carta moderna a difesa del supporto.

Il secondo manoscritto, Frammenti di scrittura del notaio Morea (300X203X4), è composto da 7 carte che costituivano un unico fascicolo. Erano legate con tre fettucce di lino e indorsate con una banda di carta riciclata ed una di canapa. La coperta era in mezza pelle di colore marrone e quadranti in cartone grigio accoppiato rivestiti con carte marmor. Sul dorso era visibile il titolo del documento impresso in oro. Le carte di guardia, una anteriore e una posteriore, erano coeve al documento; le altre due erano invece di tipo moderno e furono applicate, presumibilmente, insieme alla legatura.

Il documento notarile era in pessimo stato di conservazione per via dei danni causati principalmente dall’umidità che penetrando fra le fibre delle carte ha causato rigonfiamenti, rotture dei legami della catena cellulosica e la formazione di evidenti gore. Le carte, dopo l’evaporazione dell’acqua, si sono compattate fra loro, hanno perso l’elasticità e sono diventate estremamente fragili. L’umidità ha arrecato dei danni anche agli inchiostri del documento rendendoli evanescenti in alcune carte.

Lo stato di conservazione del documento ne rendeva impossibile la manipolazione e consultazione, numerose erano, infatti, le lacune e le rotture in verticale delle carte che hanno portato alla perdita di alcune parti di supporto scrittorio. Presumibilmente nella seconda metà del XX secolo, si cercò di bloccare l’avanzamento del degrado, applicando strisce di carta moderna e conservando il documento in una coperta.