1 Il brano manoscritto della visita pastorale di Cornelio Musso
Il manoscritto, datato 1565, è una parte della visita pastorale compiuta in quella data dal vescovo di Bitonto Cornelio Musso, padre conciliare e massimo esponente della controriforma cattolica, oltre che oratore tra i più ascoltati del suo tempo.
Le visite pastorali, divenute obbligatorie con il Concilio di Trento, avevano lo scopo di imporre la presenza del vescovo nella propria diocesi e obbligarlo a vistare i luoghi e le persone della stessa con una certa periodicità.
Le visite pastorali, come le relationes ad limina (relazioni sullo stato delle proprie diocesi che periodicamente i vescovi erano tenuti a presentare al Sommo Pontefice) pur trascurate per secoli dalla storiografia, rappresentano utili e indispensabili fonti per la conoscenza non solo della storia ecclesiastica, ma anche di quella relativa ad una grossa fetta di sociètà che gravitava attorno alla chiesa. cultura, società, arti. mestieri, religiosità popolare, vita quotidiana, sono ambiti in cui la storiografia può svolgersi attingendo a queste fonti.
Il grano della visita pastorale di nostro interesse, riguarda non le chiese, così bene descritte con arredi e stato di conservazione, ma questa volta le persone ecclesiastiche, anch’esse oggetto di indagine da parte del vescovo per capire meglio il loro stato ecclesiastico, i loro titoli, i benefici di cui godevano, la data del conseguimento dei benefici siano essi laicali che ecclesiastici, la data e il luogo della loro ordinazione, le proprietà e i redditi di cui disponevano.
Compaiono qui dinanzi al vescovo tra gli altri: Pietro Paolo Barone, Giovanni Tirone, Pietro Dentice, che dice di possedere tra l’altro il beneficio di Nicola de Iannipulo consistente in due vigne e mezza di olive in territorio di Bitonto in località Candela, oltre che alcuni mandorleti e case in Bitonto: Angelo Raffaele de Petruccio presenta delle bolle di beni conferitigli dallo stesso Musso, Pietro Antonio de Lionetto presenta le lettere dell’accolitato, Pietro Guastamacchia presenta le lettere dell’accolitato, Leonardo de Bonaria presenta un testamento del maestro Marino de Tauris, Giovanni della Torre presenta le lettere del suddiaconato accompagnato dai relativi benefici. Compaio ancora dinanzi al vescovo il chierico Silvestro de Caterinis, Giacomo de Bonaria, il chierico De Ripa, il diacono Michele Urbano ed altri appartenenti al clero bitontino che, volenti e non, si sottopongono alla giurisdizione vescovile intesa al controllo delle rendite di ciascuno onde evitare sperequazioni e accumulo indebito di capitali.
Stefano Milillo
Restauro del documento manoscritto “visita pastorale di Cornelio Musso”
Il documento si presentava in pessimo stato di conservazione; le 26 carte erano state intaccate da microrganismi, insetti e polvere, e perforate dall’acidità degli inchiostri. Le condizioni microclimatiche sfavorevoli hanno causato l’insorgere di evidenti gore e attacchi microbici che, a loro volta, hanno indebolito il supporto rendendolo feltroso e privo di elasticità. Gli insetti hanno contribuito, con massicci perforamenti, alla distruzione della parte centrale delle carte
Inoltre, l’elevata acidità dell’inchiostro ferro-gallico ha causato la perdita di parte del supporto. Questa tipologia di inchiostro di colore nero, a base acquosa, si otteneva con l’aggiunta di estratto di galle di varie piante, vetriolo, solfato di ferro, solfato di rame e resina o gomma arabica che facevano da “legante” tra carta ed inchiostro e acqua .
Il documento era mutilo di coperta e custodito in un foglio di carta moderno. Le carte del fascicolo erano tenute assieme da due punti di cucitura a filzetta posti rispettivamente in testa e in piede.